Il percorso di Antonia Pozzi a Pasturo, in Valsassina, si compone di 20 tappe tra le vie del paese, che portano alla scoperta delle opere della poetessa e del paese che ella tanto amò.
Sono accompagnate da 20 cartelli permanenti, con foto scattate da Antonia stessa, abbinati a versi di sue poesie o brevi passaggi dei suoi diari e delle sue lettere.
Visite guidate alla casa di Antonia Pozzi con percorso storico, su richiesta e con un minimo di 10 partecipanti, telefonando all’assessore alla Cultura Moneta Andrea (cell. 340 5543290) o per mail info@comune.pasturo.lc.it
Antonia Pozzi, figlia di un importante avvocato milanese e di una contessa, nipote a sua volta di Tommaso Grossi, scrisse le prime poesie nell’ età dell’ adolescenza. Studiò al liceo classico Manzoni di Milano, dove visse con il suo professore di latino e greco, relazione poi interrotta a causa del dissenso dei suoi genitori. Succesivamente Antonia frequentò la facoltà di Filologia alla Statale di Milano, dove conobbe e frequentò Vittorio Sereni, Enzo Paci, Luciano Anceschi e Remo Cantoni e altri importanti personaggi del mondo della cultura dell’ epoca.
Maria Corti, grande italianista che la conobbe, disse che «il suo spirito faceva pensare a quelle piante di montagna che possono espandersi solo ai margini dei crepacci, sull’orlo degli abissi. Era un’ ipersensibile, dalla dolce angoscia creativa, ma insieme una donna dal carattere forte e con una bella intelligenza filosofica; fu forse preda innocente di una paranoica censura paterna su vita e poesie. Senza dubbio fu in crisi con il chiuso ambiente religioso familiare. La terra lombarda amatissima, la natura di piante e fiumi la consolava certo più dei suoi simili».
Avvertiva certamente il cupo clima politico italiano ed europeo, le leggi razziali colpirono alcuni dei suoi amici più cari.
Antonia Pozzi a soli ventisei anni si tolse la vita, in una sera di dicembre del 1938. Nel suo biglietto di addio ai genitori parlò di « disperazione mortale ». La famiglia negò la circostanza «scandalosa» del suicidio, attribuendo la morte a polmonite. Il testamento fu distrutto dal padre, che manipolò anche le sue poesie, scritte su quaderni e allora ancora tutte inedite.
È sepolta nel piccolo cimitero di Pasturo: il monumento funebre, un Cristo in bronzo, è opera dello scultore Giannino Castiglioni.
Fonte: Wikipedia e Valsassinacultura.it