Le Miniere di Camisolo , in Val Biandino di Introbio , sono considerate tra le più grandi ed antiche della Lombardia. Sulla vetta del Camisolo , nelle vicinanze del Rifugio Grassi sulla Dorsale Orobica Lecchese , presso il Pizzo dei Tre Signori, al culmine della valle e ai confini della Valsassina e di Val Torta , sorgono ancora oggi vasti depositi di rifiuti di miniera di piombo argentifero.
Tutto ebbe inizio il 5 agosto 1862 presso il ” Palazz de Valbona ” , quando fu inaugurata la Società detta ” La Virginia “, istituita a Bergamo , che si dedicava allo scavo e all’estrazione nelle miniere di rame e piombo argentifero in Valsassina. Si dedicò inizialmente alla costruzione di abitazioni per i minatori , all’ apertura della mulattiera , della quale ancora oggi esistono tracce , per fare in modo che con carrette e slitte si potesse trainare il minerale fino ad Introbio. Qui , si era ricostruito ed ampliato un opificio ( Fornett ), che era stato in precedenza uno dei più importanti forni fusori di ferro , nel quale ci si occupava di polverizzare e lavare il minerale.
Le miniere della Valsassina furono ben presto abbandonate ; quelle di Camisolo , però , vennero riaperte nei primi del Novecento dalla società inglese ” The Camisolo Mines Limited ” per opera di valsassinesi volenterosi di portare avanti il progetto. L’ attività mineraria si svolgeva principalmente tra l’ autunno e la primavera ed era piuttosto complementare a quella pastorizia , altrettanto importante e ancora oggi praticata.
Foto di Matteo Ceruti, Gabriele Invernizzi e dai siti mapio.net e www.prgamici.eu